Paola Chiozza – Punizione divina (RECENSIONE)

 

Estrassi dalla ventiquattrore la fotografia che portavo sempre con me. Mi dava forza e coraggio. La strinsi tra le mani, sospirai, chiusi gli occhi e mormorai una preghiera a fior di labbra. «Aiutami a superare questo momento, ti scongiuro».
«È suo nonno?» chiese Mr Brown in tono sommesso.
«Sta scherzando? È Giorgio Armani».

Ben rivisti amici di mekaBOOKS! Oggi vi parlo di Punizione Divina di Paola Chiozza. Sarò onesta: mi aspettavo una cosa molto trash. Non come After, ovviamente, ma pensavo a una di quelle storielle sciocche senza una caratterizzazione minima dei personaggi e una trama campata per aria. Invece vi dico che la storia della Chiozza mi ha divertita un mondo!

Giuditta è una delle studentesse di punta della Bocconi di Milano. È una fashion victim, adora la moda e non può resistere a un paio di scarpe firmate e all’ultima novità del suo stilista preferito.

Grazie al suo fantastico curriculum accademico, Giuditta viene presa per un prestigiosissimo stage a New York, ma per un errore di segreteria (o punizione divina), la nostra amica viene dirottata dalla grande mela…alla grande stalla, nel Montana. Le viene infatti chiesto di salvare il ranch dei Sullivan nella piccola cittadina di Whitefish.

L’ambizione di Giuditta subisce un brutto colpo. Lei, che si vedeva già a New York, circondata da gente d’alta classe e potenti investitori, è costretta a rimanere a Whitefish, perché dalla buona riuscita del suo tirocinio ne va della lode alla fine del suo percorso universitario.

Fortuna vuole che tutti i figli del signor Sullivan siano dei bonazzi incredibili e questo piace a noi come a Giuditta che non fa che spettegolare con la sua amica Sonia, rimasta in Italia, sul culo di uno dei due fratelli: l’irresistibile Scott Sullivan.

Un bel giorno, l’adorabile (e annoiata) sorellina di Scott fa una scommessa con Giuditta: «dato che lui spezza il cuore a ogni singola donna, fallo innamorare di te e poi distruggilo.»

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In cambio di questo piccolo favore, la ragazzina metterà una buona parola con il padre per il voto finale del tirocinio. Giuditta accetta (a malincuore?) e inizia così la sua tragicommedia.

Devo essere sincera: ero pronta a una valanga di trash. Quando leggo “wattpad” su un libro, io divento isterica. Ho letto diverse storie su WP e alcune le ho amate, come Ho sposato un maschilista di Joanne Bonny, altre, come After, mi hanno fatto piangere. Con Wattpad la probabilità che tu stia per leggere una grande schifezza è abbastanza alta, ma sono contentissima di essermi sbagliata.

Giuditta mi ha fatto veramente ridere. Porta sempre con se una foto di Armani e la usa come se fosse un santino, in camera sua ha appeso alla parete la foto di  Donatella Versace che le parla e le da consigli opinabili sulla vita.  Per non parlare di quando lei ubriaca ha chiesto al dj del pub di mettere Felicità di Albano. Ho adorato tutto questo.

La prima metà della storia è stata carina, poi sono iniziate le ripetizioni.

Le battute sul culo dei cowboy, sul fatto che siano belli belli in modo assurdo, mi hanno fatto ridere all’inizio, ma se la stessa battuta me la porti avanti per l’intero romanzo, ho qualche problema. Dopo un po’ la simpatia di Giuditta diventa fastidiosa. Non fa che giudicare un ragazzo dal suo culo o dai suoi pettorali e a lungo andare mi ha stufata. Ho capito che Scott è un figo, non me lo devi ricordare ogni qual volta lo vedi per strada.

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Infine, il finale è stato abbastanza deludente. Troppo adolescenziale e per niente vero simile. Non capisco perché l’autrice abbia scelto di cadere sul banale che, oltretutto, non va nemmeno d’accordo con il personaggio di Giuditta per come ce lo ha presentato  fino a un momento prima.

Concludendo: è si o no?

La trama non è delle più originali – ma poche commedie lo sono oggigiorno. L’ironia della Chiozza mi ha conquistata e ha il mio sostegno. La storia cade nel ripetitivo dopo un po’ e le battute si fanno tutte uguali, ma è stata una lettura molto piacevole che vi consiglio se adorate le commedie ironiche. Stile fluido e dialoghi ben fatti. Non passa a pieni voti ma per me è si!

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