S.A. Chakraborty – La città di ottone (RECENSIONE)

Nahri, da parte sua, era quasi sempre costretta a tenere a freno la propria curiosità; chiedere qualcosa sul mondo magico metteva immediatamente Dara di cattivo umore. Chiudeva l’argomento dicendo: «Potrai importunare i jinn di Daevabad con tutte le tue domande» e poi ricominciava a lucidare le sue armi.
Ma si sbagliava.
Nahri non avrebbe potuto farlo. Perché decisamente
non sarebbe andata a Daevabad.

La città di ottone di Shannon A. Chakraborty arriva finalmente in Italia grazie a Mondadori che ultimamente sta proponendo una marea di cose interessanti, da Falce di cui ho già scritto, a tutte le opere di Sanderson che prima  o poi saranno bellamente messe in fila sulla mia libreria.

Ringrazio tantissimo il team di Oscar Vault per avermi inviato in anteprima questo romanzo che uscirà in libreria il 16 giugno e ci tengo a dirvi che, come tutte le recensioni che trovate su questo blog, la sincerità è alla base. Perciò iniziamo subito a dirvi che cosa penso di questa storia arabeggiante, tra jinn, sortilegi ed esseri leggendari.

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Neal Shusterman – Falce (RECENSIONE)

Se vi è capitato di studiare i cartoni animati dell’era mortale, vi ricorderete certamente di un coyote che cercava con una serie di sotterfugi di provocare la morte di un grande uccello dal collo lungo. Non ci riusciva mai, i suoi tentativi si ritorcevano sempre contro di lui. Saltava in aria, veniva colpito da una palla di cannone o cadeva da un’altezza vertiginosa.
E faceva ridere.
Perché, nonostante morisse in modi terribili, ritornava sempre nella scena successiva, come se ci fosse un centro di rianimazione dietro lo schermo del televisore. Ho assistito a numerosi incidenti che hanno provocato una morte temporanea. Ho visto gente cadere nei tombini, essere colpita da un oggetto o investita da veicoli in corsa. E quando accade, la gente ride perché, per quanto possa apparire atroce l’incidente, quella persona, come il coyote, tornerà in piedi nel giro di uno o due giorni, in piena forma, come se non le fosse capitato nulla.

L’immortalità ci ha trasformati tutti in cartoni animati.

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Toshikazu Kawaguchi – Finché il caffè è caldo

Si alzò e corse verso la sedia che prometteva di trasportarla nel passato. Sembrava una sedia qualsiasi, niente di strano. Mentre stava lì in piedi, a fissarla con un desiderio spasmodico, il cuore prese a batterle forte in petto.

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Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi arriva in Italia grazie a Garzanti. Bestseller in patria, questo romanzo Ci pone davanti un quesito interessante: se tu potessi tornare indietro nel tempo, cosa cambieresti? E soprattutto perché vorresti farlo?
La narrazione è suddivisa in quattro parti, ognuna con un protagonista – il bar – e il personaggio di turno con una sua storia e una serie di cose irrisolte.
Da amante della letteratura giapponese non potevo lasciarmelo sfuggire, ma a lettura ultimata questo romanzo di Kawaguchi non riesce a farti apprezzare il tema di fondo che di per sé sarebbe anche carino. Ma andiamo con ordine.

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V.E. Schwab – Evil (RECENSIONE)

«Bene, quando ti interroghi su qualcosa», disse Eli, «non significa forse che una parte di te vuole crederci? Per come la vedo io, nella vita vogliamo dimostrare le cose più di quanto vogliamo confutarle. Vogliamo credere».

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Evil è il primo volume della duologia Villains, un adult fantasy di Victoria Schwab. Tra tinte dark e l’adrenalina tipica di un film Marvel, Evil ti catapulta in un mondo di EO: Extra Ordinari. 
Cos’è che rende tale un eroe? E quand’è che si diventa villains, cattivi?
In questo romanzo della Schwab non esistono supereroi, non esistono malvagi. Esistono  degli esseri umani che si rendono conto di poter fare l’impossibile.

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Cecilia Randall – Hyperversum (RECENSIONE)

«Posso fingere di avere un nome diverso dal mio, ma non nasconderò più ciò che sono e ciò che sento.»

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Hyperversum di Cecilia Randall (Giunti Editore) è stata la scoperta del mio 2019/2020. Perché non l’ho scoperto prima? Nonostante lo vedessi in libreria ogni singolo giorno – ho lavorato un anno per Giunti –  mi limitavo a lasciarlo sullo scaffale. Leggevo la trama, mi intrigava, ma confesso che la copertina mi ha fermato più di una volta.
Poi ho letto Gens Arcana della Randall e lì ho capito che mi stavo perdendo una grande autrice.

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Joanne Bonny – Ci vediamo domani se non piove (RECENSIONE)

“In vita mia ho corso un sacco di rischi negli affari, ma ho imparato che l’azzardo più grande è consegnare il proprio cuore a un’altra persona. Eppure sono qui, pronto a offrirti il mio.”

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 Ho conosciuto Joanne Bonny con il suo romanzo di debutto “Chi vuol sposare un maschilista”, conosciuto su Wattpad con “Chi vuol sposare un miliardario”. Ho amato il suo primo libro come poche cose. Non per niente è stato uno dei primi libri recensiti in questo blog ( trovi la recensione qui).
Mi ha fatto ridere, piangere… ho adorato i personaggi, la storia, tutto.
Quando ho saputo che il secondo era in arrivo, mi sono segnata la data sul calendario e così mi sono fiondata su Ci vediamo domani se non piove, pubblicato anche stavolta con Newton Compton a inizio anno.
A lettura ultimata mi chiedo se Newton non tenda a creare autrici tutte uguali, con le solite storielle e titoli buffi che con la trama hanno poco a che fare.
Questa è l’impressione che ho avuto con questa storia, ma andiamo con calma.

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Rosie Walsh – Sette giorni perfetti (RECENSIONE)

[…] ti prego, cerca di ricordare com’è stato quando eravamo insieme. Tutto quanto. Ogni bacio, ogni parola, tutto.

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Pochi libri sono stati brutti come Sette giorni perfetti di Rosie Walsh.
Ebbene sì, esordisco così. Questo libro è stato uno dei più noiosi che io abbia mai letto. La trama era interessante e quando l’ho trovato in un negozietto dell’usato mi sono lasciata imbambolare dalla storia. Poi ho iniziato a leggere e ho perso le speranze. Continua a leggere “Rosie Walsh – Sette giorni perfetti (RECENSIONE)”

Sarah J. Maas – Il trono di ghiaccio (RECENSIONE)

Il trono di ghiaccio (Throne of Glass; 2012) parte già male dal titolo. Non solo perché da ghiaccio a vetro è un attimo, ovvio, ma anche perché questo trono lo vedremo una volta e non avrà alcun peso nella storia (almeno in questo primo volume). Nemmeno il personaggio che ci si siede ha senso, quindi vedete un po’ voi.
Quando ho iniziato il romanzo di debutto di Sarah J. Maas ero carica, ragazzi. Dico sul serio! Ero pronta a innamorarmi, o quanto meno a provare un leggero affetto per questa saga.

Premetto che ci ho messo un po’ ad apprezzare ACOTAR. Vi ho già parlato del primo libro qui, e dei successivi con una marea di storie su Instagram.
ACOTAR mi aveva divertita con tutti i suoi wtf, con la sua storia d’amore e un world building simile a quello che crei con le Barbie quando hai sei anni. (Ma ha anche dei difetti!)
Volevo trovare lo stesso brivido in questa nuova saga, ma ahimè… la missione si è rivelata un fallimento.

Prima di procedere con la mia personalissima recensione de Il trono di ghiaccio, vi anticipo che ci saranno spoilers. Perciò, se siete intenzionati a leggere la saga, non proseguite.

Bene, ora che avete allacciato le cinture, preparatevi a conoscere Celaena Sardothien, la più famigerata assassina di Adarlan.

giphy

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