Seanan McGuire – Middlegame (Recensione)

I numeri, fintanto che si comprendono le norme che li regolano, sono entità semplici, disciplinate. Le parole, al contrario, sono insidiose. Si aggrovigliano e mordono e pretendono attenzione. Roger riflette su come cambiare il mondo. Sua sorella, semplicemente, lo cambia. Non senza conseguenze. Per questo sono finiti quaggiù, oltre il muro di cinta, alla fine della strada improbabile, alla fine di tutto. Non sono riusciti a raggiungere la Città Impossibile e, visto come stanno le cose, non ci riusciranno mai. Un’altra vittoria per il Re di Coppe.

Alchimia, fine del mondo, città impossibili e strade improbabili: MIDDLEGAME di Seanan McGuire ha tutto questo. “Ehi”, mi sono detta, “deve essere figo”. Ho chiesto una versione digitale in anteprima alla Oscar Mondadori e sono stata ascoltata. Poi mi hanno regalato il cartaceo e finalmente qualche settimana fa mi sono decisa a iniziarlo. L’edizione italiana non ha niente da invidiare a quella americana. Non avevo mai letto niente della McGuire ma Middlegame era sulla bocca di tutti. Il mio rapporto con questo libro? Bellissima storia ma uno stile difficile da digerire.

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Victoria Schwab – La vita invisibile di Addie LaRue (Recensione)

Gli antichi dèi saranno pure grandiosi, ma non sono clementi né magnanimi. Sono capricciosi, mutevoli come il riflesso della luna sull’acqua, o come ombre nel cuore di una tempesta. Se ti ostini a invocarli, fa’ attenzione: bada bene alle tue richieste, sii pronta a pagarne il prezzo. E per quanto impaziente e disperata, non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.

La vita invisibile di Addie LaRue è stato presentato come il libro dell’anno, il capolavoro finalmente portato a compimento di Victoria Schwab dopo 10 anni di crescita ed esperienze. Ho conosciuto questa autrice con Evil (Vicious) e ho poi in seguito approfondito con la duologia di Monsters of Verity (Questo canto selvaggio e Questo nostro oscuro duetto) edita da Giunti.
Il primo mi è piaciuto tantissimo, gli altri due un po’ meno. Addie LaRue era quindi un crocevia: o mi sarebbe piaciuto, oppure mi avrebbe annoiato fino a farmi morire di inerzia sul divano. Come è andata a finire?

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Amal El-Mohtar e Max Gladson – Così si perde la guerra del tempo (RECENSIONE)

Ti amo. Ti amo. Ti amo. Lo scriverò nelle onde. Nel mio cuore. non lo vedrai mai, ma lo saprai. Sarò tutti i poeti, li ucciderò tutti e prenderò il posto di ciascuno di loro, e tutte le volte che in ogni ciocca i scriverà d’amore, sarà per te.

Se c’è qualcosa che non manca in Così si perde la guerra del tempo di Amal El-Mohtar e Max Gladson sono le belle frasi. Le parole in questo romanzo breve sono musica, disegni e luce. C’è grazia in questo libro e amore. This is how you lose the time war ha vinto svariati premi, tra cui il Premio Nebula e un Premio Hugo nel 2020. Insomma, non stiamo parlando della filastrocca delle civette sul comò. Non poteva che essere Oscar Mondadori a portare anche in Italia questo lavoro e non potevo che essere entusiasta quando ho ricevuto l’anteprima digitale. Ma…ci sono dei ma. Troppi ma.

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Kathyrn Purdie – Burning glass (RECENSIONE)

 “You said I was your savior,” I said, “but you won’t let me save you, not truly.”

Diciamo che se Keira Cass avesse voluto scrivere Shadow and Bone, Burning Glass sarebbe stato il risultato. Se state facendo una smorfia, siete nella mia stessa situazione, perché questo libro è stato a dir poco ridicolo.
Premetto che amo il fantasy e la romance. Le storie d’amore (ben costruite) mi spronano a leggere il triplo più veloce, ma in questo libro Kathryn Purdie non aveva voglia di lavorarci troppo.
Sfondo abbozzato, personaggi usciti da una fan fiction e una trama che rasenta The Selection con un po’ di violenza. Eppure… dai, i concetti di base non erano così male. Più o meno.
Vi anticipo che ci saranno spoiler a questo giro, con i libri brutti non riesco a contenermi, perciò leggete a vostro rischio e pericolo.

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Victoria Schwab – Questo canto selvaggio / Questo oscuro duetto (RECENSIONE)

Mostri, mostri, belli e brutti.
Verranno a mangiarvi, a uccidervi tutti.
Corsai, Corsai, artigli e zanne. La vostra vita misurano a spanne.
Malchai, Malchai, vi mostrano i denti. E gli occhi rossi, volenti o nolenti.
Sunai, Sunai, occhi di pece. Sentite una musica, poi l’anima tace.

Ho conosciuto Victoria Schwab qualche mese fa con Evil, edito da Newton Compton. Ritorno qualche mese dopo con la duologia di Questo canto selvaggio e Questo oscuro duetto, ripubblicati con una nuova (e molto bella) veste grafica da Giunti Editore.
Giunti non è molto famoso per avere un catalogo fantasy ricco e appetibile, a differenza di Mondadori, ma ha alcuni titoli che non volevo perdermi tra cui Hyperversum, di Cecilia Randal e questi due titoli della Schwab.

Evil mi aveva preso non solo per la trama e i personaggi, ma anche per lo stile scorrevole e molto cinematografico dell’autrice. Finito in un paio di giorni è diventata una delle letture dell’anno.
Questo canto selvaggio e Questo oscuro duetto ci riportano in un’ambientazione dark urban, con due personaggi interessanti e un worldbuilding dal grosso potenziale che l’autrice ha deciso di non sfruttare.

Ma andiamo con ordine.

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Brigid Kemmerer – A CURSE SO DARK AND LONELY (Recensione)

I had this moment in Emberfall, when I was in the stables behind the inn, when everything around me felt real, and my real life in Washington, DC, felt like a dream. A fantasy.

Adoro i retelling. Quando leggo questa parola la mia lampadina della curiosità si accende. Di retelling de La Bella e la Bestia ce ne sono a bizzeffe, dal famoso ACOTAR a Beastly, il film che mi ha fatto amare Alex Pettifer.
A curse so dark and lonely entra in questa magica famiglia grazie alla penna di Brigid Kemmerer. Ne avevo sentito parlare come un libro brutto, devo essere sincera, ma non sempre i miei gusti si allineano a quelli degli altri, perciò ho deciso di dargli una possibilità.

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S.A. Chakraborty – La città di ottone (RECENSIONE)

Nahri, da parte sua, era quasi sempre costretta a tenere a freno la propria curiosità; chiedere qualcosa sul mondo magico metteva immediatamente Dara di cattivo umore. Chiudeva l’argomento dicendo: «Potrai importunare i jinn di Daevabad con tutte le tue domande» e poi ricominciava a lucidare le sue armi.
Ma si sbagliava.
Nahri non avrebbe potuto farlo. Perché decisamente
non sarebbe andata a Daevabad.

La città di ottone di Shannon A. Chakraborty arriva finalmente in Italia grazie a Mondadori che ultimamente sta proponendo una marea di cose interessanti, da Falce di cui ho già scritto, a tutte le opere di Sanderson che prima  o poi saranno bellamente messe in fila sulla mia libreria.

Ringrazio tantissimo il team di Oscar Vault per avermi inviato in anteprima questo romanzo che uscirà in libreria il 16 giugno e ci tengo a dirvi che, come tutte le recensioni che trovate su questo blog, la sincerità è alla base. Perciò iniziamo subito a dirvi che cosa penso di questa storia arabeggiante, tra jinn, sortilegi ed esseri leggendari.

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Neal Shusterman – Falce (RECENSIONE)

Se vi è capitato di studiare i cartoni animati dell’era mortale, vi ricorderete certamente di un coyote che cercava con una serie di sotterfugi di provocare la morte di un grande uccello dal collo lungo. Non ci riusciva mai, i suoi tentativi si ritorcevano sempre contro di lui. Saltava in aria, veniva colpito da una palla di cannone o cadeva da un’altezza vertiginosa.
E faceva ridere.
Perché, nonostante morisse in modi terribili, ritornava sempre nella scena successiva, come se ci fosse un centro di rianimazione dietro lo schermo del televisore. Ho assistito a numerosi incidenti che hanno provocato una morte temporanea. Ho visto gente cadere nei tombini, essere colpita da un oggetto o investita da veicoli in corsa. E quando accade, la gente ride perché, per quanto possa apparire atroce l’incidente, quella persona, come il coyote, tornerà in piedi nel giro di uno o due giorni, in piena forma, come se non le fosse capitato nulla.

L’immortalità ci ha trasformati tutti in cartoni animati.

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V.E. Schwab – Evil (RECENSIONE)

«Bene, quando ti interroghi su qualcosa», disse Eli, «non significa forse che una parte di te vuole crederci? Per come la vedo io, nella vita vogliamo dimostrare le cose più di quanto vogliamo confutarle. Vogliamo credere».

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Evil è il primo volume della duologia Villains, un adult fantasy di Victoria Schwab. Tra tinte dark e l’adrenalina tipica di un film Marvel, Evil ti catapulta in un mondo di EO: Extra Ordinari. 
Cos’è che rende tale un eroe? E quand’è che si diventa villains, cattivi?
In questo romanzo della Schwab non esistono supereroi, non esistono malvagi. Esistono  degli esseri umani che si rendono conto di poter fare l’impossibile.

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Sarah J. Maas – Il trono di ghiaccio (RECENSIONE)

Il trono di ghiaccio (Throne of Glass; 2012) parte già male dal titolo. Non solo perché da ghiaccio a vetro è un attimo, ovvio, ma anche perché questo trono lo vedremo una volta e non avrà alcun peso nella storia (almeno in questo primo volume). Nemmeno il personaggio che ci si siede ha senso, quindi vedete un po’ voi.
Quando ho iniziato il romanzo di debutto di Sarah J. Maas ero carica, ragazzi. Dico sul serio! Ero pronta a innamorarmi, o quanto meno a provare un leggero affetto per questa saga.

Premetto che ci ho messo un po’ ad apprezzare ACOTAR. Vi ho già parlato del primo libro qui, e dei successivi con una marea di storie su Instagram.
ACOTAR mi aveva divertita con tutti i suoi wtf, con la sua storia d’amore e un world building simile a quello che crei con le Barbie quando hai sei anni. (Ma ha anche dei difetti!)
Volevo trovare lo stesso brivido in questa nuova saga, ma ahimè… la missione si è rivelata un fallimento.

Prima di procedere con la mia personalissima recensione de Il trono di ghiaccio, vi anticipo che ci saranno spoilers. Perciò, se siete intenzionati a leggere la saga, non proseguite.

Bene, ora che avete allacciato le cinture, preparatevi a conoscere Celaena Sardothien, la più famigerata assassina di Adarlan.

giphy

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